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Bonus edilizi 2023: stop cessione del credito

Bonus edilizi 2023: stop cessione del credito

28/04/2023

Con l’entrata in vigore del decreto legge n. 11/2023 approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, a partire dallo scorso 17 febbraio possiamo dire stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

L’obiettivo è quello di risolvere le problematiche sorte a causa dell’uso dei crediti di imposta in modo improprio. Molte sono state le truffe e le pratiche illegali che sono state poste in essere per trarre vantaggi economici.Solo in presenza di alcune situazioni dunque la cessione del credito e lo sconto in fattura sono ancora possibili.

Cessione del credito: di cosa si tratta

La cessione del credito è un accordo con il quale il creditore trasferisce ad un soggetto terzo il proprio credito. Sarà quest’ultimo a riscuotere il credito o a cederlo ulteriormente. In caso di Superbonus o altri bonus edilizi il credito ceduto è un credito di imposta maturato a seguito del sostenimento della spesa da parte del contribuente e del suo conseguente diritto alla detrazione fiscale.

Sconto in fattura

Lo sconto in fattura consiste in un anticipo da parte del fornitore che esegue l’intervento edile, del corrispettivo dovuto dal cliente fino all’importo pari alla somma stessa (in caso di Superbonus). Per gli altri bonus minori sarà necessario versare alla ditta solo una parte del corrispettivo previsto per quella tipologia di lavoro.

Come fruire del Superbonus e degli altri bonus edilizi

Quanto sopra segnalato non sta a significare che non si possa più usufruire dei bonus edilizi nella maniera tradizionale. Sarà infatti possibile portare in detrazione la spesa sostenuta direttamente nella dichiarazione dei redditi secondo le modalità proprie del bonus di cui si usufruisce.

Quando la cessione del credito è ancora possibile

Non tutto è perduto. Sarà possibile fruire della cessione del credito per il Superbonus o per gli altri bonus edilizi solo al verificarsi di determinate condizioni:

  • sia già stata presentata la Cilas (certificazione di inizio lavori asseverata);
  • ci sia stata una delibera assembleare che abbia approvato all’interno del condominio l’esecuzione dei lavori;
  • sia stata effettuata l’istanza per altro ed eventuale titolo abilitativo in conformità alle norme in vigore quando si tratti di effettuare un intervento di demolizione e ricostruzione dell’immobili in caso di miglioramento della sicurezza.
  • Comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2023 dei dati relativi alla cessione del credito o allo sconto in fattura.
  • Comunicazione ad Enea 5 giorni prima dell’asseverazione da parte di un professionista abilitato.

Il Superbonus non è l’unico ad essere coinvolto nella misura messa a punto dal Governo per porre un freno alle truffe cui si è assistito.

Le stesse regole valgono infatti per il Bonus ristrutturazioni, Ecobonus, Sismabonus per i quali il Decreto Rilancio del 2020 aveva già riconosciuto la possibilità di optare per le modalità alternative.

 

Quali sono stati gli effetti del Decreto blocca cessioni?

Se da un lato si pone un freno alle frodi che dilagavano, dall’altro c’è stato il blocco di molti cantieri, compresi quelli che stavano operando correttamente. La crisi del settore edile non è dunque stata risolta.

A parte il problema delle truffe, lo Stato ha dovuto far fronte all’impatto sul Bilancio che è stato pressoché devastante.

Cosa succede adesso

Le nuove misure hanno indubbiamente comportato un certo scompiglio tra i vari enti coinvolti.

Banche, assicurazioni e imprese stanno già pensando a dei possibili rimedi a quelli che sono stati gli effetti dello stop della cessione. Varie sono le ipotesi sul tavolo.

Tra le altre cose non è detta l’ultima parola poiché il decreto legge non è stato ancora convertito in legge, per cui, tenuto conto dei vari scenari, dovremo stare a vedere se, in sede di conversione, si opereranno delle modifiche o degli aggiustamenti.

Secondo gli addetti ai lavori è indispensabile calmierare gli effetti di una misura che potrebbe portare al collasso l’intero sistema delle imprese e, a catena, creare serie difficoltà economiche a molte famiglie, soprattutto quelle a basso reddito già messe in crisi dagli aumenti delle bollette.

 

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